Di origine altomedievale, il paese viene citato in una bolla del 706 e nella donazione dell’abitato, avvenuta nel 1096, al monastero di Subiaco; Rocca di Bucte ricorre ancora in atti del 1145 e del 1175, come possesso di Ottone da Montanea alla cui famiglia resto’ soggetto per altri due secoli. Nel XIII secolo sono censite nel territorio le chiese di San Pietro, della Madonna della Febbre e di Santa Maria, Feudo degli Orsini nel XV secolo, il borgo appartenne poi ai Colonna; saccheggiato in seguito alla terribile pestilenza della metà del 1600. Aggregato amministrativamente a Pereto agli inizi del sec. XIX, Rocca di Botte, ottenne l’autonomia comunale solo nel 1907. Attualmente località di villeggiatura per i più vicini romani, offre un sapiente connubio fra arte, cultura e natura e l’autonomia comunale solo nel 1907.
Di origine altomedievale, il paese viene citato in una bolla del 706 e nella donazione dell’abitato, avvenuta nel 1096, al monastero di Subiaco; Rocca di Bucte ricorre ancora in atti del 1145 e del 1175, come possesso di Ottone da Montanea alla cui famiglia resto’ soggetto per altri due secoli. Nel XIII secolo sono censite nel territorio le chiese di San Pietro, della Madonna della Febbre e di Santa Maria, Feudo degli Orsini nel XV secolo, il borgo appartenne poi ai Colonna; saccheggiato in seguito alla terribile pestilenza della metà del 1600. Aggregato amministrativamente a Pereto agli inizi del sec. XIX, Rocca di Botte, ottenne l’autonomia comunale solo nel 1907. Attualmente località di villeggiatura per i più vicini romani, offre un sapiente connubio fra arte, cultura e natura e l’autonomia comunale solo nel 1907.